Eccomi qua, non sono un gran scrittore, anzi: fino al liceo preferivo di gran lunga la matematica alle lettere. Poi è successo che le lettere si sono infilate nella matematica e tutto d’un tratto mi sono sentito tradito da quest’ultima. Confuso e deluso ho acceso un computer e, da quel momento, non l’ho mai spento. Il primo software che ho amato con tutto il cuore è stato Windows Movie Maker, rigorosamente versione Windows XP. Ora tutti ridono a sentirlo nominare, ci siamo abituati fin troppo bene con i vari Premiere e Final Cut. In realtà Movie Maker era un gran programma: semplice, intuitivo e perfetto per un 15enne alle prime armi come me. E pensare che oggi ci sono già ragazzini di 13-14 anni con milioni di iscritti su YouTube…
I video, in ogni caso, sono diventati subito una mia grande passione. Sarà che da piccolo avevo sempre una telecamera puntata addosso da mio padre, sarà che alle Medie volevamo girare un film con alcuni miei compagni di classe (qualche scena l’abbiamo effettivamente girata, chissà che fine avranno fatto quei file), non lo so che cosa sarà stato, ma durante tutte le gite del Liceo, mentre tutti si divertivano, io riprendevo con la mia bella telecamerina. Mi divertivo anche io eh, ora non prendetemi per lo sfigatino di turno. Però avevo sempre questa videocamera in mano.
Dopo il Liceo mi sono iscritto subito all’Università, al corso di Scienze della Comunicazione. Era il passo più naturale da fare dopo il Liceo delle Scienze Sociali, indirizzo Comunicazione, una roba che ora non esiste più. Durante gli anni universitari ho affinato le tecniche di ripresa e montaggio grazie ai laboratori facoltativi del corso e, successivamente, ho conosciuto un mondo simile al video ma diverso, più vecchio ma anche più nuovo: quello delle web-radio. Campuswave, il laboratorio radiofonico universitario, è un esempio perfetto di come si possa lavorare bene in gruppo per il semplice motivo di farlo, senza un ritorno economico ma con un gran ritorno a livello d’esperienza e, soprattutto di rapporti umani.
A Campuswave ho fatto di tutto: speaker, fonico, autore di format radiofonici, selezione musicale, gestione social e tanto altro. A proposito di gestione dei social, mi stavo dimenticando della mia esperienza nell’area comunicazione di U.C. Sampdoria. Quando la squadra blucerchiata è sbarcata sui social (Facebook e Twitter in primis) io c’ero. Ero presente in ufficio nella sede della società e ho contribuito alla nascita e gestione dei primi anni della comunicazione 2.0 sampdoriana. La collaborazione con Sampdoria, durata due anni e mezzo, si è poi spostata verso il mondo dei video. Collaboravo spesso con Samp TV e, soprattutto, gestivo il canale ufficiale di YouTube. Ma il mondo del pallone è strano e può capitare che, improvvisamente ti cambiano presidenza e si dimettono i tuoi capi. E in un attimo sparisce tutto.
Torniamo in aula: nel frattempo mi sono laureato alla triennale di Scienze della Comunicazione e decido di iscrivermi alla magistrale. Digital Humanities – Comunicazione e Nuovi Media è un corso nuovo, sulla rampa di lancio a livello nazionale. Mi piace l’idea di essere uno dei primi laureati in Digital Humanities – a fine del biennio sarò il quarto – e mi piace, ovviamente, anche il programma del corso. È un corso umanistico con risvolti digitali, e viceversa. Troppo umanistico per un ingegnere informatico ma anche troppo tecnico per un comunicatore prettamente umanista. Nè carne, nè pesce: pizza! E io adoro la pizza.
Mi laureo alla magistrale a pieni voti svolgendo una tesi di ricerca in collaborazione con Sky Italia, riguardante le tecnologie e i modi per aumentare la narrazione visuale (che, detta all’inglese – visual storytelling – fa più figo) di un evento sportivo. Tra le tecnologie analizzate, il digital, i sistemi di realtà virtuale e aumentata, la comunicazione crossmediale, ecc.
Oggi sono un libero professionista, videomaker freelance e in generale un comunicatore del nuovo millennio (così mi presentò il mio relatore alla discussione della mia tesi di Laurea).